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Vittime del dovere ed equiparati. Lo Studio Guerra risponde alle domande più frequenti.

 

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Per essere riconosciuto Vittima del dovere, spesso non basta essere in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge. A volte anche invalidità o infermità già riconosciute dipendenti da causa di servizio, contratte in condizioni operative particolarmente rischiose o logoranti, persino nei casi di esposizione conclamata ad agenti patogeni, non sono sufficienti ad ottenere ciò che al Servitore dello Stato spetterebbe di diritto. 
Questo perché in molti casi l’Amministrazione, anteponendo le esigenze di bilancio alla logica di solidarietà che ha originariamente ispirato il Legislatore nel compilare l’art.1, commi 563 e 564 della legge 266 del dicembre 2005, respinge anche le domande più fondate.
In altri casi - come quello cui si riferisce questo video  - perché, anche ottenuto lo status, alla Vittima non vengono corrisposte per intero le provvidenze cui avrebbe diritto. 
Ciò avviene spesso per un’errata valutazione della categoria di invalidità. Sono frequenti, infatti, le diagnosi errate, omissive o incomplete delle Commissioni Mediche, come numerosi sono gli esami effettuati con tecniche o macchinari inadeguati alla specifica patologia da evidenziare. 
Infine, poi, capita non di rado che l’Amministrazione utilizzi le tabelle per il calcolo dell’invalidità scorrette, ossia quelle relative all’art. 5 del d.P.R. 243/2006, i cui criteri sono stati superati da quelli più generosi richiamati nel successivo d.P.R. 181/2009.
Di fronte a queste e molte altre difficoltà, a chi può rivolgersi il dipendente per istruire correttamente una domanda, per impugnare un decreto negativo oppure per ottenere un ricalcolo della propria invalidità?


In questa video-rubrica e nei relativi contenuti di approfondimento troverai tutte le risposte a queste domande. Non solo quali sono i requisiti necessari, ma anche come documentarli in modo inoppugnabile, col supporto di un medico legale esperto che possa accompagnarti sia in sede di diagnosi che durante la discussione in Commissione Medica; la miglior strategia legale in ogni fase del procedimento, dalla domanda amministrativa fino al ricorso presso le giurisdizioni più adatte; i benefici previdenziali e assistenziali che spettano a te e ai tuoi familiari; le opportunità e tutti gli strumenti per orientarti nella scelta migliore, alla luce delle ultime novità giurisprudenziali.
Questa iniziativa risponde alle domande e ai dubbi che più di frequente i nostri assistiti ci sottopongono in tema di Vittime del dovere ed equiparati. Tali quesiti sono stati anche i nostri e nel corso del tempo ci hanno spinto a condurre lunghe battaglie legali, superando infine lo squilibrio che col solo ricorso al TAR o al Presidente della Repubblica privava il dipendente del diritto al contraddittorio e che dal 2017, grazie alla riconosciuta giurisdizione del Giudice del lavoro, garantisce al ricorrente tre gradi di giudizio, nel pieno merito delle decisioni dell’Amministrazione. 
Quelle stesse battaglie hanno inoltre evidenziato che le interpretazioni restrittive e discrezionali dei Ministeri, in particolare sui concetti di “missione” e di “particolari condizioni ambientali od operative”, non rispondevano alla ratio e alla finalità della legge, e andavano dunque superate, rendendo più semplice, e soprattutto equo, il riconoscimento dello status di Vittima o equiparato, a prescindere dall’origine e dalla natura delle lesioni o infermità alla base di invalidità o decesso. 
Queste novità ampliano dunque le tutele per una vasta platea di richiedenti le cui domande, tuttavia, ancora oggi vengono respinte dai Ministeri. 

Raccontaci la Tua Storia per valutare le tue opportunità e studiare la migliore strategia legale e medico legale.